Le motivazioni e lo stato attuale
In base al Dlgs n. 31 del 15 febbraio 2010, riguardante “Disciplina (( . . . )) dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi, nonche' benefici economici (( . . . )), e in ottemperanza alla direttiva Euratom 70 del 2011, Sogin ha realizzato il Programma Nazionale di smaltimento dei rifiuti radioattivi, che prevede la realizzazione di un deposito nazionale unico, denominato Deposito Nazionale Parco Tecnologico – DN PT-, quale sede di smaltimento e deposito di tutto il materiale radioattivo prodotto ed esistente sul territorio nazionale
Il 5 gennaio del 2021 è stata pubblicata da Sogin , quale primo passo attuativo del Programma Nazionale di smaltimento dei rifiuti radioattivi e previo parere favorevole dei Ministeri competenti, la Carta Nazionale della Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI) ad accogliere il DN PT, che ha identificato 22 siti nella Provincia di Viterbo, di cui 4, fra quelli a massimo punteggio di idoneità, nel Comune di Montalto di Castro
La normativa ha previsto che tutti i portatori di interesse, pubblici e privati, potessero partecipare alla Consultazione Pubblica e al Seminario Nazionale al fine di contribuire con proprie osservazioni di carattere tecnico alla ulteriore e definitiva selezione delle aree, non più “potenzialmente” idonee ma “realmente” idonee, da inserire nella Carta Nazionale della Aree Idonee (CNAI).
Il Seminario Nazionale si è svolto e si è concluso nel pieno dispregio del principio di compartecipazione previsto dalla normativa, in quanto non vi è stato contraddittorio reale; Sogin ha gestito autarchicamente il processo come arbitro unico e quindi come arbitro anche di se stesso e del proprio operato, non vi è stata partecipazione diretta di figure terze, ISIN ad esempio, deputate a garantite un corretto equilibrio fra le parti.
Il risultato finale è stato eclatante: tutti gli stakeholder, oltre 300 da tutta Italia, che hanno partecipato al Seminario Nazionale sono stati contrari alla CNAPI per questioni di metodo e di scelte conseguenti
Inopinatamente, al termine del Seminario Nazionale previsto per il 24 novembre 2021 con una estensione per nuove osservazioni fino al 15 gennaio 2022, Sogin ha stilato la CNAI senza predisporre il testo alla valutazione preventiva dei partecipanti al Seminario ed ha provveduto ad inviare direttamente il documento conclusivo ai Ministeri Competenti e all’ISIN per l’approvazione
A fronte di questo atteggiamento e al fine di prevenire le conseguenze prevedibilmente dannose per le aree della Provincia di Viterbo, i Comitati più attivi della Provincia si sono attivati in maniera coordinata e in data 12 febbraio 2022 hanno notificato un ricorso al TAR Lazio contestando il procedimento di formazione della CNAPI, l’individuazione delle aree potenzialmente idonee per la localizzazione del Deposito nazionale identificate nella provincia di Viterbo, la mancata considerazione da parte di SOGIN delle osservazioni sollevate dai vari Comitati (tra cui quelli ricorrenti) in sede di conclusione del Seminario Nazionale. Il Ricorso è stato notificato contro il Ministero della Transizione Ecologica, il Ministero del Sviluppo economico, il Ministero dei Beni e delle attività culturali la Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Società SOGIN S.p.A., l’ISIN – Ispettorato Nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione; in seguito il medesimo ricorso è stato iscritto a ruolo con il n. di Rg 2189/2022 ed assegnato alla Sez. IV bis del TAR Lazio.( allegato 1)
Successivamente, a seguito delle notizie apparse sulla stampa è emerso che la società SOGIN S.p.A. aveva inviato al MISE e al MITE la Carta Nazionale delle aree idonee (CNAI) con i relativi atti istruttori; pertanto i Comitati hanno fatto istanza di accesso per acquisire la sopradetta documentazione, e quindi poter verificare se e come le osservazioni prodotte durante il Seminario Nazionale avessero o meno influenzato le decisioni di Sogin e degli altri Enti eventualmente coinvolti e su quali basi documentali e tecniche si fondassero le decisioni di Sogin circa la CNAI.
A seguito della richiesta si sono avute risposte negative da Sogin e da ISIN ed in parte evasive dal MITE, Ministero che ha comunque fornito esclusivamente la nuova piantina delle aree, che vede sostanzialmente riconfermate 58 delle 67 aree iniziali, fra cui tutte e 22 quelle della Provincia di Viterbo.
A fronte di questo atteggiamento lesivo dei diritti dei richiedenti e gravemente dannoso per le aree del territorio viterbese, i promotori del citato ricorso al TAR Lazio hanno impugnato il diniego all’accesso (ex art. 116 cpc) ed i medesimi atti per vizi propri di merito (motivi aggiunti), con un atto di impugnazione nell’ambito del medesimo giudizio già pendente presso il TAR Lazio e quindi riferito al medesimo n. rg 2189/2022, per dare una unitarietà di azione(allegato 2).
Il TAR Lazio ha così fissato udienza di discussione al 28 settembre 2022 per discutere Il giudizio relativo al diniego all’accesso agli atti.
Inizia con questi ricorsi amministrativi la seconda fase di opposizione alla CNAPI e alla CNAI, quali atti indispensabili a tutelare i territori della Tuscia e a garantire la presenza fattiva dei Comitati e delle Associazioni nella discussione sulle scelte di Sogin ed eventualmente dei Ministeri Competenti, nel caso di avallo della CNAI.
Infatti, con la conclusione del Seminario Nazionale, il ruolo ufficiale dei Comitati nel confronto con Sogin termina e le iniziative si restringono al campo giudiziario, alla organizzazione di manifestazione pubbliche, alla diffusione di notizie o alla ricerca di incontri, finora sempre difficili, con le parti politiche.
La Provincia di Viterbo sin dall’inizio ha perso un’occasione importantissima non essendo riuscita a coagulare l’interesse di tutti i Comuni della Tuscia e a coordinare azioni comuni.
Su 60 comuni della Provincia soltanto 14 hanno di fatto partecipato al Seminario con documentazioni tecniche. Tutti gli altri sono stati rappresentati indirettamente dai Comitati, dalle Associazioni e dai Biodistretti.
E’ stata un’occasione mancata, che però può essere recuperata se a partite da questo ricorso i Comuni della Tuscia vorranno impegnarsi maggiormente e aderire ad iniziative comuni.
La partecipazione massiva dei Comuni, i diretti interessati al problema, avrebbe un peso notevolissimo nella discussione del problema delle scelte dei siti e dovrebbe essere tempestivo, per prevenire situazioni dalle quali difficilmente in seguito si potrà tornare indietro.
I Comitati e le Associazioni continueranno la propria attività nell’auspicio che anche le amministrazioni comunali vogliano fattivamente attivarsi per far valere il proprio peso nella difficile vicenda.
Prof. Angelo di Giorgio
Vice Presidente del Comitato Montalto Futura