COMITATO per LA SALVAGUARDIA del TERRITORIO di CORCHIANO e della TUSCIA
Via Civita Castellana 51, 01030 Corchiano (VT) C.F. 90136640563
- Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Il Ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, in una recente intervista nel programma di Rai News Pomeriggio24, ha espresso in merito al deposito nazionale dei rifiuti radioattivi alcune considerazioni non proprio aderenti alla realtà.
Alla domanda sullo stato di avanzamento della procedura di realizzazione del deposito ha risposto che è in corso una trattativa con la Francia in merito al deposito geologico per le scorie ad alta attività al fine di riutilizzarle nei piccoli reattori di quarta generazione. Alla luce dei fatti, ad oggi, non risulta esistente un deposito geologico, non risultano esistenti nemmeno i piccoli reattori in grado di riutilizzare le scorie ad alta attività e per quello che riguarda il programma italiano ancora resta in piedi il progetto di realizzazione di un deposito temporaneo di lunga durata per questo tipo di rifiuti radioattivi. Secondo questo programma, le scorie ad alta attività dovranno essere stoccate in superficie in una sezione del deposito nazionale per un periodo stimato di circa cento anni, periodo calcolato in base alle necessità per la realizzazione di un deposito geologico di profondità, unico sistema attualmente riconosciuto per garantire in sicurezza questo tipo di rifiuti per le decine di migliaia di anni per cui questi saranno pericolosi.
Il Ministro Pichetto Fratin prosegue l’intervista dichiarando che gran parte di questi rifiuti, addirittura l’80 -90%, proviene dalle attività mediche. Invece, da quello che si legge nei documenti ufficiali rilasciati da Sogin e nell’inventario dei rifiuti radioattivi redatto dall’Isin – Ispettorato nazionale per la sicurezza e la radioprotezione risulta che i rifiuti da conferire al deposito nazionale saranno al 60% provenienti dallo smantellamento delle ex centrali nucleari e che i rifiuti medicali consistono in una quantità trascurabile rispetto al totale. Secondo i dati forniti da Isin i rifiuti radiottivi medicali da conferire al deposito nazionale ammontano a circa il 10% del totale. Il Ministro conclude l’intervista dichiarando che tutti dovremo assumerci la responsabilità nei confronti dei rifiuti radioattivi.
Il Ministro sicuramente è impegnato su più fronti e deve tenere in considerazione una grande mole di temi e certamente su questo tema non ha ricevuto informazioni corrette e aggiornate. È chiaro, però, come questa impreparazione metta in evidenza uno degli aspetti fondamentali di questa annosa vicenda: la mancanza di una consultazione pubblica seria e partecipata.
Arrivati a questo punto, posto che tutti dobbiamo essere ritenuti responsabili di questi pericolosi rifiuti, vista la grande confusione che si fa su questo tema e considerato che il Ministro Gilberto Pichetto Fratin è tra i primi responsabili nel mettere in sicurezza i rifiuti radioattivi è evidente che esiste una grande necessità di fare chiarezza ed esiste, anche, l’ improrogabile bisogno di avviare un dialogo serio e costruttivo tra le Istituzioni preposte alla realizzazione del Deposito nazionale e i portatori di interesse che, in questi quattro anni, hanno valutato i documenti, redatto osservazioni e avantato proposte.
Il Presidente
Rodolfo Ridolfi