Il 5 ottobre si è svolta a Montalto di Castro un “Incontro pubblico sul tema del Deposito Nazionale di Rifiuti Radioattivi della Carta nazionale delle Aree Idonee” indetto da Italia Nostra- sez Tarquinia e dal Comune di Montalto di Castro.
L’invito era pubblico, e apparentemente rivolto alle “Associazioni ambientaliste a ai Comitati”, stando alla locandina.
Non risultava chiaro se si trattasse di un dibattito o di una informativa sui temi indicati, né vi era un programma definito di interventi da parte di responsabili delle Associazioni o dei Comitati provinciali, o di altri personaggi, magari esperti del settore e della materia, invitati a fornire specifici contributi.
La manifestazione non sembra aver riscosso particolare interesse, dal momento che non erano presenti, fatta eccezione per i volenterosi Presidenti del Comitato di Corchiano, Rodolfo Ridolfi, e del Comitato Montalto Futura, Carlo Falzetti, unici cui è stato concesso di parlare dal palco, i rappresentanti degli altri oltre 20 comitati e associazioni che, dalla pubblicazione della CNAPI, si sono spesi per organizzare manifestazioni e aderire al Seminario Nazionale e alle iniziative fin qui proposte sul tema del Deposito Nazionale.
Mancavano anche i Sindaci della Provincia, forse non invitati, ma comunque disinteressati posto che l’invito era pubblico e riguardava un tema sensibile, specie per le amministrazioni locali che a breve saranno costrette a discutere della CNAI, appena sarà stata pubblicata.
La manifestazione non ha colpito l’interesse neanche della popolazione: al di là di alcuni cittadini tarquiniesi, giustamente trasferitisi al seguito della Presidente Marta Marzoli, la presenza di un pubblico interessato è stata scarsa se rapportata alla importanza del problema di cui si sarebbe dovuto discutere.
La mancanza di un definito programma ha avuto un conseguente riflesso sul tono della manifestazione e sul livello degli argomenti trattati.
Al di là degli interventi dei Presidenti del Comitato di Corchiano e Montalto Futura, che hanno ribadito i punti essenziali della situazione attuale in attesa della CNAPI e le iniziative fin qui attuate dai Comitati, non è stato chiaro lo scopo della riunione. La Presidente Marta Marzoli e la Sindaca Emanuela Socciarelli non hanno fornito notizie riguardo approfondimenti sullo stato della attuazione del Programma Nazionale di smaltimento dei rifiuti radioattivi, di cui CNAPI e CNAI sono soltanto tappe iniziali, non hanno indicato proposte concrete per il futuro, non hanno fornito alcuna indicazione sul contenuto del ricorso al TAR attualmente in essere.
Anzi, fra le notizie trasmesse all’uditorio, hanno ribadito più volte che il territorio di Montalto di Castro includerebbe tre aree potenzialmente idonee, mentre in realtà sono quattro, così come recitano le carte di Sogin e come risulta dalle osservazioni inviate al Seminario anche dal Comune di Montalto. A meno che notizie riservate sulla CNAI e note soltanto alle responsabili della manifestazione, le avessero indotte a ritenere che la CNAI abbia cassato una delle quattro aree montaltesi, riducendole di fatto a tre. E questo sarebbe di per sé un grande risultato.
Va ricordato inoltre che il ricorso al TAR è stato promosso dai Comitati Maremma Viva, Montalto Futura, Tuscia Verde e Comitato di Corchiano, i quali, costituitisi in un coordinamento, hanno cercato in tutti i modi di coinvolgere gli altri Comitati Provinciali e i Sindaci.
In particolare ci si era raccomandati di aderire per tempo al ricorso, prima del 28 settembre, data nella quale sarebbe stato discusso in prima seduta l’accesso agli atti della CNAI.
E facilmente intuibile, anche per chi sa poco di legge, che la più larga partecipazione, proprio per la seduta del 28, sarebbe stato un significativo messaggio a livello di TAR. Ben diverso è presentarsi come Comitati, da soli, rispetto ad una contestuale adesione di un significativo numero di Comuni coinvolti nel problema.
Ebbene il 28 settembre erano presenti e costituiti soltanto i suddetti Comitati e il Biodistretto della Via Amerina, mentre altri, che tardivamente hanno dichiarato di voler aderire, non hanno fatto in tempo a costituirsi. Partire con il piede giusto da parte dei ricorrenti, e cioè in gran numero, avrebbe avuto un altro valore. Ma tant’è e comunque l’adesione anche tardiva sarà utile per il prosieguo, posto che si tratta di un ricorso complesso e che pone ai giudicanti enormi responsabilità, nell’ambito di un quadro politico in questo momento a dir poco incerto se non elusivo rispetto al problema del Deposito.
Così la manifestazione si è conclusa: se questa voleva essere un momento di aggregazione per i Comitati, o semmai anche per i sindaci, è stato un flop. Se voleva essere un ‘occasione di informazione per la popolazione, sono mancate le notizie più utili, quelle riguardanti lo scopo del ricorso del TAR.
Appare sempre più chiaro che il coinvolgimento della Provincia, in tutti i suoi settori pubblici e privati, risulti difficile e che l’attività dei Comitati e delle Associazioni resti attualmente ancora l’arma più efficace per promuovere iniziative e sensibilizzare l’opinione pubblica.
Con le nuove elezioni assisteremo a breve ad un allineamento dei vari Comuni alla politica nazionale, con tutti i rischi conseguenti per la scelta del territorio in cui sarà realizzato il deposito. Da quanto è stato possibile capire durante la campagna elettorale, le posizioni dei vari schieramenti politici hanno trascurato il problema del Deposito ed hanno parlato molto di ritorno al nucleare. Problemi dal titolo diverso ma dal contenuto strettamente collegato. Vedremo a breve come le situazioni inerenti evolveranno. Fatalmente l’orientamento dei partiti coinvolgerà le amministrazioni comunali che ad essi faranno riferimento, e per questo è possibile che il fronte dei Comuni della Provincia di Viterbo possa in futuro non essere compatto sulla opposizione al Deposito Nazionale.
L’unica certezza è rappresentata attualmente dai Comitati e dalle Associazioni, il cui interesse alla tutela del territorio prescinde, o quanto meno dovrebbe, dall’ingerenza politica.
I Comitati continueranno sulla strada del contrasto, cercando di favorire un maggior coordinamento e allargamento del consenso.
Pertanto gli obbiettivi prossimi appaiono chiari e verteranno sul massimo coinvolgimento dei Comitati e della Associazioni provinciali, sulla opportunità di avvicinamento al prossimo governo e ai partiti politici al fine di chiarire le acquisizioni di ordine tecnico e giuridico riguardanti la realizzazione del Deposito Nazionale in ordine al rigetto della CNAPI/CNAI, e sulla possibilità di aprire tavoli di confronto tecnico-politico, indispensabili per poter avviare una trattativa seria e condivisa.
Da ultimo non deve essere trascurata la possibilità di un raccordo nazionale con i Comitati e le Associazioni delle altre Regioni coinvolte nelle scelte di Sogin, dal momento che dalla disamina delle osservazioni proposte al Seminario Nazionale risulta evidente l’unanime contrapposizione alle scelte della CNAPI sulla base di valutazioni di ordine tecnico-scientifico.
Angelo Di Giorgio