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L’INCONTRO A CANINO FRA TERRITORI E POLITICA: OPPOSIZIONE UNANIME AL DEPOSITO NAZIONALE

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Il 25 settembre si è svolto presso il Teatro Comunale di Canino per iniziativa del Comitato per la salvaguardia del territorio di Canino e della Tuscia e di Tuscia in Movimento, con il patrocinio comunale, la manifestazione: “La Tuscia e il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi-strategie dell’opposizione-”.

L’obbiettivo della manifestazione è stato quello di un incontro con i rappresentanti politici istituzionali  espressi dalla Provincia,  finalizzato all’ analisi dello stato dell’arte sul problema e alla valutazione di iniziative tese a discutere in sede istituzionale i problemi emergenti e possibili proposte.

L’adesione di circa 1500 tra cittadini di Canino e dei Comuni della Tuscia ha decretato il successo della manifestazione e il crescente e sempre più diffuso interesse per il problema della possibile realizzazione del Deposito Nazionale unico dei Rifiuti radioattivi in uno dei comuni della Provincia di Viterbo.

Dopo i ringraziamenti e l’introduzione del Sindaco di Canino, dott. Giuseppe Cesetti e del Presidente del Comitato dott. Eugenio Cesarini, si sono avvicendati i relatori tecnici( prof. Angelo Di Giorgio, Avv. Francesco Rosi, Dott. Famiano Crucianelli)  e politici rappresentati dal Presidente della Provincia, Alessandro Romoli, dalla dott.ssa Luisa Ciambella, coordinatrice della lista Rocca e portavoce del Presidente della Regione, dagli on. Enrico Panunzi, Giulio Zelli e Daniele Sabatini.

E ‘ stato analizzata la situazione attuale riguardante il piano di attuazione del Programma Nazionale di Smaltimento dei Rifiuti Radioattivi, a partire dalla pubblicazione della CNAPI del gennaio 2021, alla valutazione del Seminario Nazionale fino alla  pubblicazione della proposta di CNAI.

Gli interventi dei rappresentanti politici hanno riconfermato la netta posizione di critica nei confronti del Programma Nazionale e della proposta di CNAPI/CNAI.

Il Presidente della Provincia Alessandro Romoli, la dott.ssa Luisa Ciambella portavoce del Presidente della Regione Rocca e i consiglieri Regionali   sia di centro destra che di opposizione, hanno confermato la posizione unanime di contrarietà al Deposito Nazionale sul territorio della Tuscia dimostrando come le differenti posizioni politiche possano convergere di fronte ai maggiori problemi di interesse comune, a difesa del territorio e della sua economia.

Da qui si riparte per affrontare la fase finale della procedura di attuazione del Progetto Nazionale di smaltimento dei Rifiuti Radioattivi, che verosimilmente entro il 2026 porterà alla individuazione del sito in cui sarà realizzato il Deposito Nazionale.

E’ ancora possibile modificare le proposte finora sul tavolo  sia in relazione agli effetti dei ricorsi giudiziari in atto che ad un diverso e più aperturista atteggiamento del Governo. Fatto peraltro già preannunciato con la legge sulle autocandidature del  2 febbraio 2024, ad oggi senza alcun riscontro pratico, e dalle recentissime dichiarazioni del Ministro Pichetto che ventila la possibilità di tre depositi nazionali, uno al Nord, uno al Centro e uno al Sud.

Tutto questo denuncia la volontà del Governo di pervenire a soluzioni anche alternative a quelle proposte da Sogin con la CNAI e con il Programma di Smaltimento dei Rifiuti Radioattivi, e preannuncia la volontà di poter aderire a nuove soluzioni, possibilmente condivise dai territori.

Allo stato attuale la procedura in atto prevede la valutazione VAS/VIA nei confronti della CNAI.

Sarà interessante valutare il comportamento della Commissione VIA/VAS del Ministero dell’Ambiente ed in particolare come si riferirà alle conclusioni della precedente Commissione  che nel 2017 aveva proposto  56 punti di critica, revisione, indicazioni, prescrizioni riguardo alla progettualità Sogin sul Deposito, associate ad altri 10 quesiti posti dal MIBAC. Osservazioni ed indicazioni tutte recepite dalla legge 340 del 2018, ma che fino ad oggi risultano inevase.

Queste osservazioni riguardavano alcuni temi di rilevante importanza che sono sati recepiti  negli oltre 300 documenti presentati al Seminario Nazionale dai portatori di interesse pubblici e privati che vi hanno aderito ufficialmente.

Va rimarcato come alcuni in particolare risultino oggi di grande attualità: la richiesta di analisi epidemiologiche sui tumori, la valutazione dei rischi sanitari ed oncologici, la possibile valutazione della applicazione del criterio del brown field per le sedi delle centrali in dismissione come siti possibili per lo stoccaggio in sicurezza dei rifiuti radioattivi derivanti dallo smantellamento delle vecchie centrali, o la possibilità di identificare aree idonee fra i siti militari dismessi.

Temi che sono stati affrontati dalle osservazioni durante il Seminario, ma non considerati validi da Sogin. Temi peraltro ripresi proprio dalla legge sulle autocandidature  e comunque ben delineati come possibili soluzioni dalla guida Tecnica 30 di ISIN.

Ne deriva che possibili alternative esistono e sono supportate anche da precise indicazioni normative.

Ma occorre la volontà politica, che da oggi assumerà sempre più valenza, posto che tutte le osservazioni di carattere tecnico sono state portate all’attenzione di chi doveva valutarle nel corso del Seminario nazionale. Oggi molte fanno parte dei ricorsi in essere.

Sarebbe logico che l’ultimo tentativo di ragionare sui dati tecnici fosse garantito da un confronto fra i territori, tramite rappresentanti qualificati, ed il Governo in senso lato o il ministero competente, sorpassando il filtro rappresentato da Sogin, unico ente con il quale finora ci si è rapportati.

  Si allega il link per la visione integrale dell’incontro di Canino del 25 settembre 2024