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Osservazioni tecniche e giuridiche in merito alla Proposta di Carta Nazionale Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI)
                                        “Montalto Futura” Comitato Cittadino per la Salvaguardia del Territori di Montalto di Castro e della Tuscia


            Parte 4. Considerazioni ulteriori e conclusioni finali

            La carenza di studi sulla  valutazione degli effetti economici.  La carenza di studi sulla valutazione degli
            effetti economici derivabili dall’installazione di un deposito di rifiuti radioattivi all’economia locale, e ad
            alcuni settori in particolare, è un aspetto critico da non sottovalutare.  Tale carenza è tanto più
            preoccupante  quanto maggiore è l’urgenza di trovare una soluzione al problema.  Diversi paesi stanno
            affrontando il problema: Finlandia, Francia, Regno Unito, Spagna, Germania, USA, Cina, Canada, Australia,
            Russia, e molti altri.

            La maggior parte dei paesi non ha strategia condivisa di gestione dei rifiuti radioattivi. Secondo il World
            Nuclear Waste Report  (2019) a  70 anni dall'inizio dell'era nucleare, nessun  Paese  al  mondo ha ancora
            individuato una soluzione valida per il deposito e lo smaltimento di rifiuti radioattivi. Nessun paese sembra
            ancora avere scelto un sito di smaltimento definitivo per le scorie nucleari in funzione.
            La maggior parte dei paesi si trova nella situazione di dover ancora sviluppare e implementare una strategia
            condivisa di gestione dei  rifiuti nucleari. Tra i paesi più proattivi,  c’è la Finlandia che sta attualmente
            costruendo un deposito permanente di profondità a Onkalo.

            Quale sarà la scelta giusta? Gli approcci dei governi differiscono nelle classificazioni dei rifiuti nucleari, negli
            standard di  sicurezza adottati, nelle  modalità di finanziamento. Con i reattori di tutto il mondo che si
            avvicinano alla fine della loro vita, verranno prodotti ancora più rifiuti radioattivi.
            In assenza di siti di smaltimento finale, la  maggior parte dei rifiuti ad  alta attività e del combustibile
            nucleare esaurito devono essere immagazzinati per molti decenni, sfidando i requisiti di sicurezza per gli
            impianti di stoccaggio e causando costi molto più alti di quanto stimato in precedenza.

            La valutazione degli effetti economici deve essere inclusa nelle analisi preliminari. In generale, c'è una
            mancanza di comprensione su come affrontare la sfida delle scorie nucleari. Anche  se su un piano
            secondario rispetto alla tutela della salute e dell’ambiente, la carenza di studi economici non giustifica una
            scarsa attenzione al tema degli impatti sui sistemi economici locali.
            La  valutazione degli  effetti economici potenziali  deve essere già inclusa nelle analisi preliminari
            all’individuazione delle aree potenzialmente idonee. In che modo? Quanto meno esplicitando i razionali
            della valutazione economica, così che Regioni, Enti locali e soggetti portatori di interessi qualificati possano
            contribuire con a dati a supporto e osservazioni coerenti.

            Caso studio: la provincia di Viterbo. Ad oggi la SOGIN ha identificato attraverso una serie di valutazioni una
            serie di siti in  cui è possibile realizzare il  DNRR. Sono state individuate in via preliminare 67 aree sul
            territorio nazionale concentrate prevalentemente nel Lazio, in Piemonte, in Puglia-Basilicata, e in Sardegna.
            Altri siti, in numero limitato, sono stati individuati in Sicilia e in Toscana. La provincia di Viterbo da sola
            include ben 22 delle 67 «Aree Potenzialmente Idonee» sul territorio nazionale, rappresentando la zona a
            maggiore densità di siti papabili.

            In provincia di Viterbo, sono state individuate 22 aree potenzialmente idonee. Nella provincia di Viterbo
            sono state complessivamente identificate, fra classe «A1», «A2» e «C», 22 aree potenzialmente idonee, il
            33% di tutte quelle censite da Sogin sul territorio, di cui 5 in classe A1 e 2 in classe A2.



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